La tendenza a spegnere le reti cellulari 2G è iniziata nel 2016, quando la statunitense AT&T ha annunciato che non avrebbe più supportato il traffico su network 2G. Da allora, molti altri grandi provider hanno chiuso le reti 2G e 3G o hanno annunciato piani per farlo.
Le ragioni di questa scelta? Sono molteplici:
Oggi, nel 2021, tutti gli MNO (Mobile Networks Operators) hanno deciso di attivare il progressivo spegnimento di tutte le reti 2G e 3G, e attivare il rollout verso il 5G.
Dall’altra parte ci sono però migliaia di aziende e organizzazioni che utilizzano le reti 2G e 3G per la connettività e per i propri servizi.
Pensiamo agli Smart meters, ai Pos, ai servizi di primo soccorso, agli allarmi domestici, alle aziende private come quella automobilistica, solo per fare qualche esempio. Tutti questi servizi dovranno essere sospesi e sostituiti con soluzioni in grado di appoggiarsi alle reti 4G e 5G.
Nel caso delle aziende private, questo significa dover fare investimenti in nuove tecnologie, formazione di personale, revisione di tutto il parco macchine (o sospensione dei servizi attualmente erogati), ma anche di trarre alcuni benefici competitivi:
Nel 2021 in Italia ci sono 93 milioni di connessioni IoT (Fonte: Politecnico di Milano – Osservatorio Internet of Things 2021), di cui sono 34 milioni le connessioni cellulari, e 59 milioni le connessioni abilitate da altre tecnologie (BLE, Radifrequenza, Wi-Fi ecc).
Di questi 93 milioni:
Fonte : Osservatorio Internet of Things 2021 – I numeri del Mercato. Politecnico di Milano / Dipartimeno di Ingegneria Gestionale
E’ necessario che tutti questi device, già connessi e operanti sul mercato, vengano riconvertiti alle nuove tecnologie disponibili.
Per questo le aziende devono programmare una strategia per definire un percorso di migrazione verso nuove reti cellulari, più veloci e leggere.
Negli anni 2018/2019, il mercato delle auto elettriche ha portato ad un incremento nella richiesta di componenti elettronici sul mercato.
Contemporaneamente, nel 2020, la pandemia ha portato da una parte ad una richiesta esponenziale di personal computer e tablet per consentire il lavoro da remoto, dall’altra parte si è verificata la chiusura di molte fabbriche produttrici di semiconduttori.
La carenza di chip si inserisce direttamente in questo ragionamento, perché diviene un ostacolo al percorso di migrazione verso dispositivi 4G e 5G.
È ancora più chiaro che il piano di transizione deve essere programmato e le sostituzioni dei device devono essere portate avanti in modo attivo. Lavorare in modo reattivo, con lamentele di malfunzionamenti da parte dei clienti e conseguenti reclami legati alla connettività, è assolutamente necessario.
Il nostro partner Eseye ha attivato sul proprio sito web una pagina in costante aggiornamento, per capire come sta procedendo lo spegnimento delle reti 2G e 3G da parte degli operatori su scala mondiale